domenica 23 maggio 2010

Mille sentenze indiane - Pregi e Difetti

756. Dei pregi degli uomini di fa conto, non della sola nascita; per un vaso di cristallo incrinato non si dà nemmeno un quattrino.
757. Più di un pregio, risalta in noi un difetto: si suole badare più alle macchie della luna che alla sua chiarità.
758. In un uomo ricco di cento pregi, il maligno scorge l'unico difetto; in un laghetto (ricco) di loti il cinghiale va a cercare solo il fango.
762. Un uomo senza pregi non intende chi ne ha; chi è dotato di pregi, è invidioso di altri che pure ne possiede; raro è l'uomo retto che, ricco di pregi, gode dei pregi altrui.

domenica 16 maggio 2010

Mille sentenze indiane - Dominio dei sensi

741. Col tenere a freno lo spirito, si tengono a freno anche tutti i sensi; quando il sole è ricoperto dalle nubi, sono ricoperti anche i suoi raggi.
742. Non tanto male può fare un affilato pugnale o un serpente calpestato, o un nemico pieno di rancore, quanto l'animo indisciplinato.
743. L'anima è la divinità, il santuario, la meditazione e la preghiera; senza l'anima, ogni cosa è vana; perciò si tenga a freno l'anima.
747. Chi è dominato dalle passioni non prende sonno nemmeno fra lenzuoli di lino; chi è privo di passioni, dorme placido anche in mezzo alle spine.
751. Risplende il lago, quando non c'è fango;
un'assemblea, se non vi seggon tristi;
la poesia, per suoni dolce e piana;
l'animo, se dai sensi si allontana.

lunedì 3 maggio 2010

Mille sentenze indiane - La Parola.

733. Pari a zanna d'elefante, la parola dei magnanimi, una volta pronunziata, non torna indietro; va e viene quella dei vili, come il collo della tartaruga.
735. Alla fine di un yuga vacilla il Meru, alla fine di un kalpa si scuotono i sette oceani; ma non vacillano mai i virtuosi dalla promessa fatta.
737. Durissimi sono i cuori degli onesti, io credo; ché non son per nulla trafitti dalle acute frecce delle parole dei malvagi.
738. La ferita di una freccia si cicatrizza; un bosco abbattuto dalla scure, ricresce; terribile è un'aspra parola; la ferita che essa fa, non si rimargina.
739. Avendo creato la punta della lingua dei malvagi, mortifera agli uomini, perché il signore Iddio creò inutilmente il fuoco e il veleno e il coltello?