domenica 30 agosto 2009

La dedica di Gorresio al re Carlo Alberto ai primordi dell'indologia italiana

Durante le ricerche di questa estate ho scoperto una miniera di testi classici dell'indologia (anche il Vedic Index) digitalizzati dall'Università di Toronto, tra cui lo storico Ramayana di Gaspare Gorresio, che si può leggere alla pagina:
http://www.archive.org/stream/ramayanapoemaind01valmuoft#page/n10/mode/1up


Si tratta della prima edizione, del 1843, dedicata "a Sua Sacra Real Maestà Carlo Alberto". Infatti Gorresio (qui a sinistra) era piemontese, fondatore della scuola di indologia dell'Università di Torino. Su invito dello stesso Carlo Alberto aveva studiato sanscrito a Parigi con Burnouf e fu il primo professore di Lingua e Letteratura Sanscrita in Italia (dal 1852 al 1855). Fu anche senatore del Regno d'Italia nel 1880, accademico dei Lincei e della Crusca.


Ma certamente l'opera a cui è legato il suo nome e la sua memoria nella tradizione internazionale degli studi indiani è la fondamentale edizione del Rāmāyaa. Dunque, così la introduceva nella sua prima apparizione:


"Sire, un mezzo secolo appena addietro, aperta l'India ai commerzj delle genti Europee, s'incominciarono a scoprire diffusi per le remote regioni del Gange i grandi e numerosi monumenti letterarj d'un'antica e splendida civiltà infino a quell'ora appena presentiti. L'abbondanza, la varietà, e, per quanto da alcuni scarsi saggj si poteva congetturare, la nobiltà e l'importanza di que' vetusti monumenti d'un popolo, che già ai tempi della scuola Alessandrina aveva fama di tanta sapienza, tutto induceva a presagire, che da quella antica e vasta letteratura dovesse emergere gran luce per una conoscenza più compiuta dell'antichità e delle prische tradizioni, per rintracciare l'avviamento e il processo dell'intelligenza umana, per isvellere errori, che le scuole del secolo passato accreditarono con maligno intendimento, per lo studio intimo insomma della storia dell'umanità. Un nobile ardore s'accese immantinente tra gli Europei: gli studj sanscriti impresi con grande efficacia ed amore crebbero e si diffusero rapidamente per l'Europa. Dentro pochi anni l'Inghilterra, la Francia, l'Allemagna, ed altri paesi settentrionali ebbero cattedre di lingua e letteratura sanscrita [...] A questo movimento degli ingegni europei non s'era anco apertamente associato l'impulso delle intelligenze italiane. Mercè la generosa e splendida munificenza Vostra, o Sire, l'Italia entra ora degnamente anch'essa in possesso dei nuovi studj, dai quali, se molto già s'è infino ad ora ottenuto, molto più ancora rimane ad ottenersi. Voi, o Sire, incoraggiaste, proteggeste, secondaste con ogni maniera di sovrano favore questi miei studj [...] Or ecco io offro e consacro a Voi, Augustissimo Re [..] questa primizia di studj faticosi e lunghi, nata e cresciuta sotto i regali Vostri auspicj, base d'un gran monumento, che verrò a mano a mano continuando. [...]

Un documento storico, che fonda l'indologia italiana riconoscendo mezzo secolo di ritardo rispetto a quella di altri Paesi europei. Si rievoca in modo molto suggestivo l'attesa di quella rivelazione che era la prima diretta conoscenza della civiltà dell'India vagheggiata sin dai tempi dell'Ellenismo (la 'scuola Alessandrina'), all'interno di un quadro più vasto della storia dell'umanità. E' sorprendente anche l'incoraggiamento del re Carlo Alberto, che si rivela un sovrano illuminato e innovatore anche in questo campo.

Cosa è rimasto di quell'entusiasmo oggi? Quanto sappiamo di più dell'India? Sicuramente si sono fatte molte accurate edizioni critiche di testi fondamentali, si è tratteggiata una storia del pensiero e della letteratura, ma molto ancora rimane oscuro della storia di quella parte del mondo anche agli specialisti, che hanno tra l'altro attuato - ne siamo ormai convinti - distorsioni sistematiche dei processi che hanno portato allo sviluppo di quella civiltà. Per non parlare del grande pubblico, che in gran parte ha idee stereotipate e vaghe dell'India antica e moderna. Di fatto, la rivelazione dell'India non si è ancora pienamente realizzata per l'Occidente, molti veli restano ancora da squarciare, molti tesori da dissotterrare...