sabato 14 marzo 2009

Un indizio interessante sull'identità della civiltà harappana


Qui a sinistra vediamo uno degli innumerevoli sigilli del periodo harappano maturo (2600-1900 a.C.), trovato a Mohenjo-daro. Al centro presenta il cosiddetto 'unicorno' dal corpo taurino, e a sinistra un misterioso oggetto. Recentemente ho letto un articolo dello studioso tamil Iravatham Mahadevan (in 'South Asian Archaeology 1993', per la sua biografia e foto vedi
http://www.harappa.com/arrow/bio.html), e trovo la sua interpretazione dell'oggetto geniale e nel complesso pienamente convincente.
Infatti secondo lui la parte superiore è un setaccio attraversato orizzontalmente da dei filtri, verticalmente dal liquido detto Soma (forse questo è l'unico aspetto da rivedere: può essere che sia la rappresentazione in verticale di un setaccio orizzontale), che sotto forma di triangolo scende nel recipiente sottostante, una colino da cui sprizzano le goccie. Ecco l'immagine analitica:
Oltre a questo, l'asta sottostante indica che siamo di fronte a uno stendardo che ha su di sé il simbolo del Soma, in omaggio al dio Indra a cui tale sacra bevanda è principalmente offerta. Che l'uso di un simile stendardo esistesse, anche in processione, è attestato da quest'altra immagine a destra:

Tutto ciò cosa significa? Per Mahadevan, che il culto del Soma è sopravvissuto all'arrivo degli Indoarii alla fine della civiltà harappana, ma per noi che neghiamo, sulla base dell'archeologia e dei testi, la realtà di una invasione o immigrazione indoeuropea dell'India si tratta di una eccellente conferma che la civiltà harappana non è altro che la civiltà vedica, come ci mostrano anche gli altari del fuoco e le sepolture.
Culto del Soma e culto di Indra (simboleggiato dal toro) sono dunque parte integrante della civiltà harappana, che, come già rimarcato, si è sviluppata principalmente sul fiume Sarasvati, il fiume sacro del Rigveda.
Quello che ancora manca è la decifrazione della scrittura. Oggi ho appreso dell'esistenza di un ennesimo tentativo, quello di Kurt Schildmann e Rainer Hasenpflug (vedi http://www.indus-civilization.info/), ma da quello che ho visto è anche un ennesimo buco nell'acqua, anzitutto perché segue l'orientamento inverso a quello riconosciuto (da sinistra a destra invece che da destra a sinistra). E' notevole però che si tratta di un tentativo di decifrazione in senso indoeuropeo, segno che tale identificazione si sta affermando sempre più negli studi (non sempre accademici) sulla civiltà harappana.

5 commenti:

  1. Complimenti... gran bel post...

    Cinzia

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  2. Grazie, posso sapere cosa ti è piaciuto in particolare, o cosa hai trovato interessante?

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  3. Innanzi tutto scusa i tempi biblici di risposta ma ho visto solo ora...
    Beh io son laureata in storia dell'arte dell'india con una tesi sulla civiltà della indo-sarasvati ed a sostegno della non-invasione...
    In generale apprezzo molto gli articoli a riguardo.
    (ci2107@tiscalinet.it)

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  4. Molto interessante, allora c'è spazio anche nell'università per queste tesi... in che università ti sei laureata?

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  5. Cà Foscari... lingua e letteratura hindi...
    a dire il vero io la tesi la volevo fare sugli scambi commerciali della civiltà dell'indo... partendo dai sigilli cilindrici di lothal...
    ma l'hanno cassata perchè c'era poco materiale su cui lavorare...
    (e comunque anche in questo caso son dovuta andare a Delhi da Gupta per chiedere aiuto)!!!!

    Comunque complimenti per il blog... mi fa molto piacere poter leggere di queste cose!!!

    Cinzia

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